Citocromo p450 del fegato carente, transaminasi alte: usa Agaricus, Cordyceps, Maitake e Reish

Gent. lettore/lettrice,
ecco alcune informazioni introduttive su perché chi è carente del Citocromo p450 farebbe bene ad utilizzare Agaricus, Cordyceps, Maitake e Reishi. Questi funghi medicinali sono ricchi del Citocromo P-450, famiglia di enzimi che costituisce il principale set di enzimi del fegato, cioè il principale strumento di lavoro, con cui quest’organo elabora e trasforma tutto ciò che arriva alle sue cellule.
Agaricus (Hsu et al., 2008), Cordyceps (Yang et al., 1994; Holliday et al., 2005), Maitake (Lee et al., 2000; Lee EW et al. 2000) e Reishi (Lin et al., 2002) quindi donando alla cellula epatica una dotazione aggiuntiva di Citocromo p450, rappresentano un prezioso aiuto per chi ha carenza di questi enzimi ed ha bisogno di integrarli.
L’aggiunta di questi enzimi è importante perché sono necessari alla salute del fegato. Infatti sappiamo che quando il fegato va in difficoltà diventa carente e non riesce a smaltire ed elaborare alcune sostanze ostiche che lo raggiungono, come ad esempio tossine, diverse sostanze chimiche, a volte anche farmaci, ma anche eccessi di proteine, grassi animali o le bevande alcoliche.
Un tipico sintomo in questo caso è l’aumento delle transaminasi, (GOT e GPT), della gamma GT che si manifestano quando, a causa di queste problematiche, il numero delle cellule epatiche che muoiono supera il numero di quelle che si rigenerano. Questo avviene quando la quantità di Citocromo P-450 è della cellula epatica diventa insufficiente e soccombe.
Agaricus, Cordyceps, Maitake e Reishi apportano, credo unici o quasi in natura, il Citocromo P-450 alle cellule del fegato ed uno dei risultati tangibili che si riscontrano, molto molto spesso è il ritorno delle transaminasi (GOT e GPT) e della gamma GT alla norma. Molti ricercatori hanno documentati questi risultati, che sono di grande importanza per la salute del fegato.
Ecco perché molti medici, in Cina e Giappone e in altri paesi asiatici, li prescrivono nella cura delle malattie del fegato, ma non solo perché sono utili in molte altre malattie. Anche in Occidente alcuni medici li stanno utilizzando con soddisfazione. Nel mio ultimo libro, “I funghi medicinali in 240 malattie: guida alla scelta” descrivo l’utilizzo benefico dei funghi medicinali in 240 malattie.

Bibliografia
Holliday J, Cleaver J. (2004): “On the Trail of the Wild Yak: AncientCordyceps in the Modern World.” Online posting.
Hsu CH, Hwang KC, Chiang YH, Chou P. (2008b): “The mushroom Agaricus blazei Murill extract normalizes liver function in patients with chronic hepatitis B.” Journal of Alternative and Complementary Medicine, 14 (3): 299-301.
Lee EW, He P, Kawagishi H, Sugiyama K. (2000): “Suppression of D- ga- lactosamine-induced liver injury by mushrooms in rats.” Bioscience, biotechnology, and biochemistry, 64(9): 2001-2004.
Lee JS, Park SY, Thapa D, Choi MK, Chung IM, Park YJ, Yong CS, Choi HG, Kim JA. (2010): “Grifola frondosa water extract alleviates intestinal inflammation by suppressing TNF-α production and its signaling.” Experimental molecular medicine, 42(2): 143-154.
Lin ZB, Wang MY, Liu Q, Che QM. (2002): “Effects of total triterpenoids extract from Ganoderma lucidum (Curt.: Fr.) P. Karst. (Reishi Mushroom) on experimental liver injury models induced by carbon tetrachloride or D- galactosamine in mice.” International Journal ofMedicinal Mushrooms, 4: 337-342.
Yang YZ, Wang LS, Deng HY, Ma YS, Wu HS. (1994): “Short-term observation of treating chronic hepatitis B and post-hepatic cirrhosis with Xin Gan Bao.” Res Chinese Materia Medica, (1): 19-20; 62.

 

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