Dopo l’infarto

Dopo l’infarto

il Cordyceps potenzia i farmaci cardiaci chimici

Risultati favorevoli del Cordyceps nel cura post-infartuale

Nel 1995 il professor Chen ha scoperto che il Cordyceps, assunto nel post-infarto, aumenta l’efficacia delle cure prescritte dai cardiologi sulla base dei protocolli convenzionali.  Il Cordyceps, in sostanza, aggiunto ai farmaci, migliora del 60% la portata del sangue pompato dal cuore, rispetto al solo il 25% del gruppo di controllo, curato con i soli farmaci. Ricordiamo che è un fungo, dunque un alimento senza effetti collaterali, né controindicazioni, compatibile con qualsiasi farmaco per il cuore (Huang Y, 1987).
Il Cordyceps migliora ulteriormente gli effetti dei farmaci cardiaci nella cura post-infartuale

Lo Studio

Sono stati seguiti per due anni 64 pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica, in cura continuativa con i farmaci cardiologici. Sono stati divisi in due gruppi: il primo ha assunto farmaci + Cordyceps (3-4 g/al giorno), l’altro farmaci + placebo.
I risultati sono stati sviluppati tenendo presenti 4 parametri importantissimi in ogni paziente cardiopatico. I dati che seguono si riferiscono al gruppo che ha assunto, oltre ai farmaci convenzionali, anche Cordyceps.
  • mancanza di fiato e fatica fisica: ridotti del 27%;
  • condizione fisica generale: migliorata del 47%;
  • salute psico-emotiva: migliorata del 25%;
  • sesiderio sessuale: migliorato del 65% (Chen DG, 1995).

Dopo l’infarto il cuore riduce sempre più l’autonomia

L’insufficienza cardiaca cronica è la patologia che solitamente insorge nel periodo successivo a un infarto ed è caratterizzata dalla comparsa di fatica, difficoltà nella respirazione. I pazienti che ne soffrono tendono a condurre una vita sempre sedentaria, con una progressiva riduzione di autonomia.

Il Cordyceps dà risultati eccellenti utilissimi per ogni malato di cuore

Gli ottimi benefici del Cordyceps nel rinvigorire e aiutare il cuore sono stati dimostrati da scienziati di tutto il mondo. In particolare, è doveroso citare il professor Chen dell’Istituto di Medicina di Pechino in Cina nel 1995, il professor Zhu dell’Università di Standford, in California, e dell’Università di Shanghai, in Cina. (Zhu JS, 1998)

Cordialmente
dr Walter Ardigò

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