Funghi medicinali per un fegato sano
Schemi efficaci, convalidati
da anni di studio ed
esperienze: protagonista
il Reishi spesso associato
a Cordyceps, Agaricus
e Maitake. Utilissimi. per prevenire
e combattere le malattie epatiche.
Nella medicina tradizionale orientale, il Reishi (Ganoderma lucidum) e i funghi medicinali sono rimedi ampiamente utilizzati in tutte le malattie del fegato. Questi funghi infatti svolgono molteplici azioni, importanti per la salute dell’organo.
È vero che fanno male al fegato?
I funghi medicinali non solo non fanno male al fegato, ma al contrario sono un eccellente metodo di cura delle malattie epatiche. E’ molto semplice dimostrarlo. Infatti questi rimedi sono molto efficaci nella cura delle malattie del fegato: infatti riducono le transaminasi alte e spesso le riportano alla normalità (GOT, GPT e γ-GT) quando il fegato è intossicato (cattiva alimentazione, alcol, sigarette). Ma anche quando è affetto da epatiti virali (A, B e C) danno un contributo positivo. Sono un valido aiuto per prevenire e combattere le malattie epatiche.
Gli stessi enzimi del corpo umano
Il primo effetto che colpisce è la capacità che il Reishi, il Cordyceps, l’Agaricus e il Maitake hanno di rafforzare il fegato, che ritorna a lavorare come un efficiente laboratorio depurativo in grado di eliminare agevolmente tossine, grassi in eccesso e radicali liberi. Come fanno? questi funghi medicinali contengono gli stessi enzimi del fegato umano: sia quelli depurativi, sia quelli antiossidanti. I primi aiutano il fegato a svolgere la sua fondamentale azione depurativa (liberandolo dalle sostanze tossiche), i secondi lo proteggono dalle malattie. Quest’organo, come tutti i depuratori, accumula impurità, si ossida e per questo va a sua volta ripulito: più viene depurato, più la salute è fiorente. Il suo progressivo logoramento, per le tossine, l’età e le malattie è dovuto all’impoverimento delle sostanze di cui ha bisogno per restare in salute. Le cellule del fegato hanno bisogno di due gruppi di sostanze: il Citocromo P-450, una serie di enzimi necessari per digerire e trasformare tutto ciò che deve elaborare e gli enzimi antiossidanti (SOD, perossidasi, catalasi), necessari per neutralizzare i radicali liberi, che continuano a formarsi in gran numero a livello epatico. Per questo i funghi medicinali, che sono fonte preziosa di queste molecole (che abbiamo in comune con loro), non sono un optional, ma sono necessarie per restare in salute.
Un centro anti-veleni sempre attivo
Il fegato, infatti, è il principale laboratorio biochimico dell’organismo: funziona un po’ come un centro anti-veleni che si occupa di neutralizzare e smaltire le sostanze chimiche e tossiche connesse alle diete squilibrate, ma anche ai farmaci, agli additivi, alle sigarette e all’alcol. Ma non solo, perché l’organo è anche il centro di produzione e di spedizioni di mattoni e carburante a tutte le cellule del corpo. Un fegato in buono stato, dunque, è indispensabile per mantenere in salute il nostro organismo.
Il fegato quando è in difficoltà richiede una quantità maggiore di energia, che sottrae al resto dell’organismo. Ecco perché rafforzare le funzioni del fegato, significa rafforzare tutto l’organismo.
Cordyceps e Agaricus sono formidabili nel migliorare l’energia personale.
Un’opportunità di prevenzione
Se il fegato è sano, il Reishi contribuisce a mantenerlo in salute svolgendo un’efficace azione preventiva. In quest’ambito il fungo gode di altissima considerazione, ancora più efficace delle erbe fitoterapiche tipicamente utilizzate per supportare il fegato (Cardo mariano, Bardana, Carciofo e Tarassaco). Teniamo presente che il dosaggio minimo efficace è di 2 grammi di fungo medicinale al giorno, da assumere regolarmente per almeno tre mesi.
Normalizzare le transaminasi
Il Reishi, inoltre, viene utilizzato in Micoterapia contro i disturbi e le malattie epatiche. Un segnale di sofferenza, rilevabile attraverso un esame del sangue è l’aumento dei valori delle transaminasi, di bilirubina e gamma-GT. In questi casi il Reishi i gli altri funghi medicinali, migliorano o spesso riportano alla norma i valori elevati delle transaminasi (GOT e GPT), della gamma GT e della bilirubina, in diverse patologie del fegato. Spesso, nelle forme iniziali, sono sufficienti tre mesi per ottenere questi importanti benefici. Quando invece l’organo è più in difficoltà e si è sviluppata una condizione di maggior disagio come in alcune patologie del fegato (disfunzioni di vecchia data e steatosi) le condizioni migliorano comunque, un po’ più lentamente ma sempre in maniera significativa. Anche nelle epatiti virali non c’è da perdere le speranze perché anche in questi casi un ampio assortimento di funghi medicinali è in grado di dare un valido contributo. Entriamo più nel dettaglio.
Funghi per il “fegato grasso”
I funghi medicinali sono efficaci anche impiegati da soli ma danno il loro meglio se vengono assunti in associazione poiché lavorano in sinergia. Nelle malattie di solito si utilizzano tre funghi. Pensiamo alla steatosi epatica, ovvero al cosiddetto fegato grasso: condizione che a lungo andare provoca la distruzione delle cellule epatiche segnalata dall’innalzamento delle transaminasi. Ebbene il Reishi attiva il processo di eliminazione dei grassi in eccesso contribuendo a ripulire le cellule epatiche e riuscendo spesso a normalizzare le transaminasi. L’effetto viene potenziato se associamo al Reishi il Pleurotus e il Cordyceps.
Contro le epatopatie sotto guida esperta
E’ doveroso in caso di malattia epatica è necessario rivolgersi al medico di fiducia. Per scegliere i funghi medicinali adatti, da associare ai farmaci, si consiglia di evitare il fai-da-te e di rivolgersi a uno specialista per mettere a punto le dosi, le associazioni e i tempi del trattamento. Anche nelle epatiti B e C, i funghi medicinali danno un contributo interessante. Il micoterapeuta punterà sulla somministrazione contemporanea di quattro funghi: Reishi, Cordyceps, Agaricus e Maitake 2 grammi di fungo medicinale al giorno di ogni fungo.
Il Reishi combatte su più fronti
Ma che cosa fanno esattamente questi funghi? Perché danno un utile contributo nelle epatiti? Il Reishi agisce su tre livelli. Il primo è il potenziamento delle difese immunitarie. Attiva cioè la produzione di interferoni e di citochine e aumenta i linfociti CD4+, le potenti armi di difesa contro i virus (Ardigò 2015 e 2017. Com’è noto in letteratura anche il Cordyceps, il Maitake e l’Agaricus hanno un meccanismo d’azione molto simile a quello del Reishi, rafforzando tutte le componenti del sistema immunitario, che diventa più efficiente. Tutti quattro sono molto attivi nel risanare le cellule del fegato, che rafforzandosi, riescono a svolgere con più efficacia tutte le funzioni epatiche. L’uso della micoterapia è compatibile con l’impiego dei farmaci di sintesi chimica di cui riduce e risolve gli effetti collaterali.
La micoterapia non riduce e non altera l’azione del farmaco chimico, ma aggiunge sempre un importante contributo positivo.
Bibliografia
-
Ardigò W. (2013): “I 4 poteri del Reishi e della Micoterapia” Ed. ilmiolibro.it
-
Ardigò W. (2017): “Micoterapia per tutti – 2° Edizione” Ed. youcanprint.it
-
Wasser SP (2017): “Medicinal Mushrooms in Human Clinical Studies. Part I. Anticancer, Oncoimmunological, and Immunomodulatory Activities: A Review.” International Journal of Medicinal Mushrooms 19.4.
comments
add comment