Il diabete tipo 2 dell’adulto

Coprinus è il rimedio naturale principale

In caso di diabete che insorge nell’adulto (di tipo 2, dunque, non insulino-dipendente), il fungo da assumere è Coprinus, un rimedio naturale capace di ridurre la glicemia alta e di stabilizzarla.

In secondo luogo, con Coprinus i benefici potrebbero essere talmente significativi da consentire al paziente di ridurre il ricorso ai tradizionali farmaci antidiabetici orali, che, in base ad alcune ricerche, sembrano aumentare, nell’arco degli anni, il rischio di infarto e di malattie cardiache.

La Glibenclamide 


Nel tipo di diabete che stiamo esaminando, il problema non è la scarsità di insulina, ma l’incapacità delle cellule di rispondere in maniera adeguata al suo utilizzo. Ecco perché viene chiamato anche diabete insulino-resistente.

Nella grande maggioranza dei casi, il problema si manifesta in maniera progressiva, quando, invecchiando, nel paziente emerge la tendenza a ingrassare. Le cellule adipose diventano così meno “ricettive” all’insulina, favoriscono ulteriore immagazzinamento di grasso e un minor assorbimento di glucosio. Queste cellule possono persino rilasciare ormoni che spingono altre cellule adipose – e i muscoli – a diventare anch’essi resistenti all’insulina.

Il corpo – e il nostro metabolismo – cominciano ad avere problemi a causa di tutto questo glucosio e di questi acidi grassi in circolo, che finiscono per danneggiare i vasi sanguigni. Come se non bastasse, la mobilitazione costante di glucosio e di acidi grassi nel sangue aumenta l’aterosclerosi. Nel 1990, circa il 15% degli statunitensi sopra i sessantacinque anni era affetta da diabete di tipo 2, percentuale all’epoca considerata una catastrofe sanitaria. Un decennio dopo è più che raddoppiata, raggiungendo la cifra del 33%, anche tra gli adulti di mezza età.

Questa malattia, che una volta neppure esisteva, se non in forme marginali e trrascurabili, ora colpisce all’incirca 300 milioni di persone in tutto il mondo. Si stima che nei soli Stati Uniti uccida circa 200.000 persone all’anno.

Cordialmente
dr Walter Ardigò