Il sistema immunitario in breve: per capire le allergie, l’HIV e le malattie autoimmuni

Il sistema immunitario in breve:

per capire le allergie, l’HIV e le malattie autoimmuni

Cara amica, caro amico,
oggi affronto un argomento fondamentale, che ognuno dovrebbe conoscere in maniera dettagliata e approfondita, non solo perché sta tocca, trasversalmente, parecchi settori della medicina – dalle allergie ai tumori – ma anche perché le scoperte scientifiche e gli studi, in questo campo, si sono rivelati negli ultimi vent’anni particolarmente stimolanti.

 

Parliamo del sistema immunitario, che difende l’organismo in collaborazione con il sistema endocrino e quello nervoso.

  1. Il suo obiettivo è distinguere ciò che è sé (self), da ciò che è diverso dal sé (non self). Distinguere quindi le proprie cellule da quelle estranee (antigeni), si tratti di microrganismi o di cellule tumorali, diventate non self. Per effetto della degenerazione, infatti, hanno perso gli elementi distintivi delle cellule normali, cioè self.
  1. Opera con sistemi integrati, l’immunità naturale e l’immunità specifica.
L’immunità naturale è costituita da alcuni globuli bianchi, i granulociti neutrofili e i monociti, che difendono l’organismo da tutto ciò che gli è estraneo. Sono le cellule che causano il rigetto nel caso dei trapianti d’organo. Quando la risposta immunitaria naturale ha bisogno di rinforzi, cioè di un’azione più circoscritta ma anche più decisiva, chiama in causa i componenti dell’immunità specifica.
L’immunità specifica usa gli anticorpi o le cellule, per eliminare virus, miceti e alcune specie di batteri e di cellule neoplastiche.
I linfociti B sono le cellule difensive più importanti dell’immunità acquisita, che producono gli anticorpi.
I linfociti T sono costituiti da una sottopopolazione di linfociti T helper, che sono alla base di tante allergie, perché sono il crocevia della risposta immunitaria.
Infatti, se i linfociti helper Th1 sono più attivi, stimolano altri linfociti T citotossici (CTL) e macrofagi dell’immunità naturale, che non producono anticorpi e allergie.
Se invece sono sbilanciati verso la produzione di linfociti helper Th2, allora a essere stimolata è la produzione di anticorpi.
I linfociti T citotossici CD8 sono più efficaci contro le cellule infettate da virus o le cellule trasformate in senso neoplastico, mentre i linfociti T citotossici CD4, sono in grado di eliminare i batteri, inglobandoli attraverso il meccanismo della fagocitosi.
Quest’ultima classe di cellule difensive è importante soprattutto nelle gravi sindromi da immunodeficienza (HIV).

Autoimmunità

È un altro fenomeno in aumento, nel quale si verifica un “tradimento” delle difese. In altre parole, gli anticorpi anziché aggredire batteri o altri agenti patogeni, aggrediscono elementi dell’organismo. Per esempio, si possono formare autoanticorpi che aggrediscono la tireoglobulina, una componente della tiroide necessaria alla produzione degli ormoni tiroidei  T3  (triiodotironina) e T4 (tiroxina), che vengono normalmente immessi in circolo per raggiungere gli organi bersaglio.
Nella Tiroidite di Hashimoto originano gli autoanticorpi anti-tireoglobulina (anti-TG), che riducono gli ormoni T3 e T4, , frequente evoluzione verso l’ipotiroidismo.
La Tiroidite di Hashimoto  è una malattia autoimmune caratterizzata dalla presenza di aggressione immunologica contro il tessuto tiroideo.
Si manifesta, morfologicamente, per la cronica infiltrazione linfocitaria e all’inizio della malattia alcuni pazienti attraversano una fase momentanea di iperfunzione.
Emergenza di cloni di linfociti T che aggrediscono se stessi, e sintesi da parte dei linfociti B di (auto)anticorpi diretti verso costituenti dell’organismo.
A livello sierologico, le malattie autoimmuni sono quindi caratterizzate dalla presenza di autoanticorpi, che rivestono un particolare valore diagnostico e in alcune situazioni sono utili parametri di monitoraggio della malattia. Esempi di queste patologie sono la Tiroidite Autoimmune o l’Artrite Reumatoide, di solito patologie croniche e assai invalidanti.

Cordialmente
dr Walter Ardigò

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